PRIMO MAGGIO
I canti del lavoro e il lavoro che non c’è
Ecco il programma di un ideale “concertino” del primo maggio, con una serie di canzoni italiane di più periodi sul tema del lavoro.
Certo le canzoni sono cambiate, ma il lavoro di più. E se con le canzoni sul lavoro era possibile fotografare intere generazioni, la ricerca giovani sul lavoro dà pochi frutti. Chissà perché.
Ecco allora una proposta di carrellata di canti. Prima i canti storici, le ballate sociali e i canti dal sapore internazionale.
L’Inno dei Lavoratori scritto da Turati e una divertente versione di Va Pensiero intitolata Vieni o maggio, da Pietro Gori. Poi due canti di chi il lavoro se lo è andato a cercare: Le otto ore, qui nella versione delle Mondine, e Mamma Mia dammi cento lire, canto di emigrazione, in una rivisitazione blues di Fabrizio Poggi.
Viene poi una sezione di canti che parlano del lavoro e che sono riferiti al periodo della protesta e della cosidetta apertura sociale dell’Italia. Iniziamo con un canto molto caro, perché proveniente dai torinesi Cantacronache. La zolfara, di Michele Straniero e Fausto Amodei, cantato da chi l’avrebbe detto Ornella Vanoni. Rimanendo a Torino, e a uno dei simboli del lavoro in fabbrica, L’operaio della Fiat di Rino Gaetano, con accanto due cantori del disagio e grandi osservatori della realtà, spesso dura: il nostro giorno, di Giorgio Gaber, e andare, camminare, lavorare di Piero Ciampi.
La terza parte del nostro ideale concertino parla delle persone in difficoltà, e del lavoro che non si trova.
Inizia con una ballata non recente di Bob Dylan, Dignity, che presentiamo nella versione di Francesco de Gregori. Un piccolo spunto per riflettere di come molti cantautori italiani sono stati la “porta di accesso” della musica del mondo. E parlando di dignità non possiamo dimenticare lo sfruttamento di centinaia di migliaia di immigrati, sempre più nascosti e sempre più negati: Eterna memoria di Ginevra De Marco lo racconta in modo crudo ed efficace. Per finire, due canti al limite del demenziale, sul precariato e sulle partite iva: la ballata del disoccupato di Joe Natta e Partita IVA di Guidi&Carotenuto.
Buon ascolto, e soprattutto buon Primo Maggio!
PRIMO MAGGIO
I canti di lavoro e il lavoro che non c’è
Inno dei lavoratori, Turati (1886)
Vieni o Maggio, Piero Gori (1892)
Mamma mia dammi cento lire, Fabrizio Poggi e Turututela (sec XIX)
La zolfara , Ornella Vanoni (Straniero, Amodei)
L’operaio della FIAT, Rino Gaetano
Il nostro giorno, Giorgio Gaber
Andare camminare lavorare, Piero Ciampi
Dignità, Francesco de Gregori (cover da Bob Dylan)
Eterna memoria, Ginevra De Marco
La ballata del disoccupato, Joe Natta