MIGRAZIONI
Da Dvořák alla canzone napoletana. Di Giulio Paternoster.
Quando i migranti eravamo noi. E un giorno magari torneremo a esserlo, ma tanto basta per riflettere sul dramma umano della migrazione, e la memoria granitica dell’arte ci può aiutare a gettare luce. Gli artisti a ridosso del ‘900 raccontano con le loro tele e le fotografie la calca sulle banchine dei porti di Livorno e di Napoli, un esodo sofferto animato da una vaga idea di America.
Nel suo Italy Pascoli tratteggia con sensibilità precoce il ritorno a casa di alcuni contadini di Garfagnana: Mamma, a che filate?/ Nessuna fila in Mèrica. Son usi/ d’una volta, del tempo delle fate(…).
E’ il racconto un po’ spavaldo ai parenti di campagna di ciò che si è visto nel Nuovo Mondo, quello che aveva in mente Dvořák quando compose la sua più celebre Sinfonia “dal Nuovo Mondo”. Tra le pieghe di un impianto da sinfonia “alla europea” troviamo i motivi di due spiritual della cultura musicale afroamericana, che molto stimolò il compositore quando viveva e lavorava a New York. Dvořák non dimentica tuttavia le sonorità delle sue origini e inserisce nella sinfonia anche elementi di musica popolare ceca. La sua carriera newyorchese è soddisfacente, la sua migrazione è un caso privilegiato, ma è comunque segnata dalla nostalgia.
Di questo la musica napoletana lascia molte tracce, liriche e struggenti. Il dolore alla partenza in Santa Lucia luntana mentre il piroscafo prende il largo, la trepidazione di chi sta per tornare, ma ha paura di trovare la città sfigurata dalla guerra in Munasterio ‘e Santa Chiara.
Canzoni celebri che si diffondono al di là del tema di migrazione, come Lacreme napulitane o Mamma mia dammi cento lire; e un modo di sentire che molto cantautorato fa proprio raccontando le vicende con distanza poetica, possiamo pensare all’Amerigo, il prozio di Francesco Guccini che parte per lavorare in America.
MIGRAZIONI.
Da Dvořák alla canzone napoletana. Di Giulio Paternoster.
A. Dvořák- Sinfonia n.9 “Dal Nuovo Mondo” e breve intervista al direttore Antonio Pappano
Lacreme napulitane (Roberto Murolo)
Munasterio ‘e Santa Chiara (Mina, 1968)
Santa Lucia luntana (coro d’argento 2019, con Fulvio Chiara e Fabio Gorlier)