Dieci giorni a contatto con la realtà senegalese, nella vita di villaggio, sono stati davvero una immersione in un mondo molto lontano dal nostro. Povertà, smog, traffico (e fino a qui non siamo così distanti…).
Vita in strada e condizioni difficili, ma sempre un sorriso per chi passa. Anche se abbiamo frequentato luoghi molto affollati, come i concerti o il mercato di Dakar, non abbiamo forse mai assistito a una lite.
I festival musicali hanno sempre messo al centro le tradizioni. I ritmi, i canti e i balli tradizionali delle varie zone del Senegal ma anche l’accoglienza delle persone che provengono dalla diaspora: molti dei gruppi musicali che provenivano dalla Svizzera, dall’Italia o dal Cile avevano molte persone di origine senegalese, che sono tornate per fare musica nei grandi festival.
Per noi è stata una occasione importante per riflettere sulle radici e sul senso di unione che questo paese centroafricano ha sviluppato in questi ultimi anni, con la capacità di riunire popolazioni molto diverse (e anche climi e territori, dal desertico al tropicale) in un senso di grande compattezza.