I testi del nostro video sulla primavera:
I NOSTRI HAIKU
Da morte spoglie
rinasce la natura
a primavera
(Daniela)
Il parco e il fiume, sospesi.
Una panchina assonnata
Due vecchi giocano a carte
(Emanuela)
Briciole sul balcone
Si affaccia un panciuto uccellino
Mi afferra un sorriso
(Emanuela)
Tristezza va via
lasciami respirare
il nuovo vento
(Mariangela)
Ora aspetta
nella tiepida brezza
lei arriverà
(Mariangela)
Lampi di gioia
esplosione di luce
che si rinnova
(Mariangela)
Io ti aspetto
croco invincibile
tenace amor
(Mariangela)
Sui rami ancora spogli
fremono i nidi e
nascono i germogli.
(Daniela)
Corro sull’erba
fresca ed odorosa
cantando: sogno?
(Mariangela)
Coro di donne
Stravinsky. Energie.
Siamo insieme.
(Claire)
Accostati al bar
si baciano manici
curvi di ombrelli
(Pietro Tartamella)
Sto respirando
proprio la stessa aria
di quei passeri
(Max Verhart)
ALTRI TESTI
TUTTI I SEMI
tutti i semi sono falliti
eccettuato uno,
che non so cosa sia,
ma che probabilmente
è un fiore e non un erbaccia”.
(Matricola n.7047 della Casa Penale di Turi)
CERTO CHE
Certo che ti farò del male. Certo che me ne farai.
Certo che ce ne faremo.
Ma questa è la condizione stessa dell’esistenza. Farsi primavera, significa accettare il rischio dell’inverno.
Farsi presenza, significa accettare il rischio dell’assenza…”
Il Piccolo Principe (Antoine de Saint-Exupèry)
VIDI
“…..E vidi lume in forma di rivera
fluvido di fulgore intra due rive
dipinte di mirabil primavera.
Da tal fiumana uscian faville vive!”
(dal Paradiso di Dante)
E’ PRIMAVERA
Tu sei come le primule ancora chiuse che s’aprono
al primo sole di marzo..
…Apriti, amata mia!
E’ ora! Io sono Marzo!
Io sono Aprile!! Io sono Maggio!!!
O conchiglia del prato, primuletta del mare,
è qui la primavera, e tu
sei mia…..
(dal romanzo di Elsa Morante La storia)
QUESTA PRIMAVERA
Il nostro amore vola sul mondo e sulle città
Per non lasciarti sola
In mezzo alla vita a penzà….
E in questa primavera l’Europa cambierà
La gente più sincera
La pace arriverà………
(Pino Daniele)
POESIE
DONNA IRACHENA
Donna irachena
dagli occhi seri
consumati di tragedie,
col tuo piccolo in braccio,
disperi della vita.
Giovane donna d’Occidente
senza lavoro,
nei tuoi occhi respiri
l’angoscia del presente.
Donna che leggi e scrivi,
deponi i sogni tuoi frantumati
e cogli oggi un sorriso per te.
(Ada Ferroglio)
MARZO PAZZO
Marzo pazzo e cuor
contento,si sveglia
un mattino pieno di vento:
la prima rondine arriva
stasera con l’espresso
della primavera.
(Gianni Rodari)
CONOSCO UNA CITTA’
Conosco una città
dove la primavera
arriva e se ne va
senza trovare un albero
da rinverdire,
un ramo da far fiorire
di rosa o di lillà:
Per quelle strade murate
come prigioni
la poveretta s’aggira
con le migliori intenzioni:
appende un po’ di verde
ai fili dei tram, ai lampioni,
sparge dei fiori
davanti ai portoni,
e dopo un momentino
se li riprende il netturbino.
Altro da fare
non le rimane,
per settimane e settimane,
che dirigere il traffico
delle rondini, in alto,
dove la gente
non le vede e non le sente.
Di verde in quella città,
e dirvi il suo nome non posso,
ci sono soltanto i semafori
quando non segnano rosso.
(Gianni Rodari)
POESIA DI PRIMAVERA
Ed ecco sul tronco
si rompono le gemme:
un verde più nuovo dell’erba
che il cuore riposa:
il tronco pareva già morto,
piegato sul botro.
E tutto mi sa di miracolo;
e sono quell’acqua di nube
che oggi rispecchia nei fossi
più azzurro il suo pezzo di cielo,
quel verde che spacca la scorza
che pure stanotte non c’era
(Salvatore Quasimodo)
DAFFOLDISL
Vagabondavo solo come una nuvola
Che fluttua in alto sopra valli e colline,
Quando a un tratto vidi una folla,
Una schiera di dorati narcisi;
Lungo il lago, sotto gli alberi,
Svolazzando e danzando nella brezza.
Fitti come le stelle che brillano
E sfavillano nella Via Lattea,
Si stendevano in una linea infinita
Lungo le rive di una baia:
Diecimila ne vidi d’improvviso
Scuotendo le loro teste in una danza vivace.
Le onde accanto a loro danzavano ma loro
Sorpassavano le scintillanti onde in allegria;
Un poeta non poteva che esser felice,
In una così felice compagnia.
Ammiravo – e ammiravo – ma pensai poco
Al benessere che la scena mi aveva portato:
Poiché spesso, quando me ne sto disteso
Con umore vuoto o pensieroso,
Essi balenano a quell’occhio interiore
Che è la felicità della solitudine,
E allora il mio cuore si riempie di piacere,
E danza coi narcisi.
(William Wordsworth)
IL TUO PIU’ TENUE SGUARDO
Il tuo più tenue sguardo
facilmente
mi aprirà
benché abbia chiuso me stesso
come dita, sempre mi apri
petalo per petalo
come la primavera fa
toccando accortamente
misteriosamente
la sua prima rosa
e io non so
quello che c’è in te
che chiude e apre;
solo qualcosa mi dice
che la voce dei tuoi occhi
è più profonda di tutte le rose;
nessuno
neanche la pioggia
ha così piccole mani.
E.E. Cummings
PRIMAVERA
Su un ramo secco e arido
è fiorito un fiore
stanotte nel timore
che gli sfuggisse maggio.
Non ci contavo ormai
lo davo per spacciato
al mio sguardo, inutile.
Quasi l’avrei tagliato.
(Bertold Brecht)
L’AQUILONE
C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole,
anzi d’antico: io vivo altrove, e sento
che sono intorno nate le viole.
Son nate nella selva del convento
dei cappuccini, tra le morte foglie
che al ceppo delle quercie agita il vento.
Si respira una dolce aria che scioglie
le dure zolle, e visita le chiese
di campagna, ch’erbose hanno le soglie:
un’aria d’altro luogo e d’altro mese
e d’altra vita: un’aria celestina
che regga molte bianche ali sospese…
sì, gli aquiloni! E’ questa una mattina
che non c’è scuola. Siamo usciti a schiera
tra le siepi di rovo e d’albaspina.
Le siepi erano brulle, irte; ma c’era
d’autunno ancora qualche mazzo rosso
di bacche, e qualche fior di primavera
bianco; e sui rami nudi il pettirosso
saltava, e la lucertola il capino
mostrava tra le foglie aspre del fosso.
Or siamo fermi: abbiamo in faccia Urbino
ventoso: ognuno manda da una balza
la sua cometa per il ciel turchino.
Ed ecco ondeggia, pencola, urta, sbalza,
risale, prende il vento; ecco pian piano
tra un lungo dei fanciulli urlo s’inalza.
S’inalza; e ruba il filo dalla mano,
come un fiore che fugga su lo stelo
esile, e vada a rifiorir lontano.
S’inalza; e i piedi trepidi e l’anelo
petto del bimbo e l’avida pupilla
e il viso e il cuore, porta tutto in cielo.
Più su, più su: già come un punto brilla
lassù, lassù… Ma ecco una ventata
di sbieco, ecco uno strillo alto… – Chi strilla?
Sono le voci della camerata mia:
le conosco tutte all’improvviso,
una dolce, una acuta, una velata…
A uno a uno tutti vi ravviso,
o miei compagni! E te, sì, che abbandoni
su l’omero il pallor muto del viso.
Sì: dissi sopra te l’orazioni,
e piansi: eppur, felice te che al vento
non vedesti cader che gli aquiloni!
Tu eri tutto bianco, io mi rammento:
solo avevi del rosso nei ginocchi,
per quel nostro pregar sul pavimento.
Oh! te felice che chiudesti gli occhi
persuaso, stringendoti sul cuore
il più caro dei tuoi cari balocchi!
Oh! dolcemente, so ben io, si muore
la sua stringendo fanciullezza al petto,
come i candidi suoi pètali un fiore
ancora in boccia! O morto giovinetto,
anch’io presto verrò sotto le zolle
là dove dormi placido e soletto…
Meglio venirci ansante, roseo, molle
di sudor, come dopo una gioconda
corsa di gara per salire un colle!
Meglio venirci con la testa bionda,
che poi che fredda giacque sul guanciale,
ti pettinò co’ bei capelli a onda tua madre…
adagio, per non farti male.
(Giovanni Pascoli)
AD OGNI INCONTRO
Ad ogni incontro con la Primavera
non so star quieta- sorge il desiderio
antico, un’ansia mista ad un’attesa, una promessa di bellezza
ed una gara di tutto il mio essere
con qualcosa che in essa si nasconde.
Quando la primavera svanisce, v’è il rimorso
di non averla guardata abbastanza.
(Emily Dickinson)
UNA LUCE
Una Luce esiste in Primavera
Non presente nell’Anno
In qualsiasi altro periodo –
Quando Marzo è a malapena qui
Un Colore sta là fuori
Su Campi Solitari
Che la Scienza non può cogliere
Ma la Natura Umana avvertire.
Aspetta sul Prato,
Mostra il più remoto Albero
Sul più remoto Pendio che conosci
Quasi ti parla.
Poi quando gli Orizzonti si avviano
O i Mezzogiorni replicano lontani
Senza Formula di suono
Passa e noi restiamo –
Un senso di perdita
Intacca il nostro Contento
Come se un Commercio s’insinuasse d’un tratto
In un Sacramento.
(Emily Dickinson)
OGNI ANNO
Ogni anno, mentre scopro
che Febbraio
è sensitivo e, per pudore,
torbido,
con minuto fiorire, gialla irrompe
la mimosa.
(Giuseppe Ungaretti)
NON INSISTERE
Non insistere, il fiore non sboccia
prima del giusto tempo.
Neanche se lo implori,
neanche se provi ad aprire i suoi petali,
neanche se lo inondi di sole.
La tua impazienza ti spinge a cercare la primavera;
quando avresti solo bisogno
di abbracciare il tuo inverno.
(Ada Luz Màrquez)
BEN VENGA MAGGIO!
Ben venga maggio
e ‘l gonfalon selvaggio!
Ben venga primavera,
che vuol l’uom s’innamori:
e voi, donzelle, a schiera
con li vostri amadori,
che di rose e di fiori,
vi fate belle il maggio,
venite alla frescura
delli verdi arbuscelli.
Ogni bella è sicura
fra tanti damigelli,
ché le fiere e gli uccelli
ardon d’amore il maggio.
Chi è giovane e bella
deh non sie punto acerba,
ché non si rinnovella
l’età come fa l’erba;
nessuna stia superba
all’amadore il maggio.
Ciascuna balli e canti
di questa schiera nostra.
Ecco che i dolci amanti
van per voi, belle, in giostra:
qual dura a lor si mostra
farà sfiorire il maggio.
Per prender le donzelle
si son gli amanti armati.
Arrendetevi, belle,
a’ vostri innamorati,
rendete e cuor furati,
non fate guerra il maggio.
Chi l’altrui core invola
ad altrui doni el core.
Ma chi è quel che vola?
è l’angiolel d’amore,
che viene a fare onore
con voi, donzelle, a maggio.
Amor ne vien ridendo
con rose e gigli in testa,
e vien di voi caendo.
Fategli, o belle, festa.
Qual sarà la più presta
a dargli el fior del maggio?
– Ben venga il peregrino. –
– Amor, che ne comandi? –
– Che al suo amante il crino
ogni bella ingrillandi,
ché gli zitelli e grandi
s’innamoran di maggio. –
(Angiolo Poliziano)
LA MAGGIOLATA
Maggio risveglia i nidi,
maggio risveglia i cuori;
porta le ortiche e i fiori,
i serpi e l’usignol.
Schiamazzano i fanciulli
in terra, e in ciel li augelli:
le donne han ne i capelli
rose, ne gli occhi il sol.
Tra colli prati e monti
di fior tutto è una trama:
canta germoglia ed ama
l’acqua la terra il ciel.
E a me germoglia il cuore
di spine un bel boschetto;
tre vipere ho nel petto
e un gufo entro il cervel.
(Giosuè Carducci)
D’APRILE
D’april vi dono la gentil campagna
tutta fiorita di bell’erba fresca;
fontane d’acqua, che non vi rincresca,
donne e donzelle per vostra compagna;
ambianti palafren, destrier di Spagna,
e gente costumata alla francesca
cantar, danzar alla provenzalesca
con istormenti nuovi d’Alemagna.
E d’intorno vi sian molti giardini,
e giacchito vi sia ogni persona;
ciascun con reverenza adori e ‘nchini
a quel gentil, c’ho dato la corona
de pietre prezïose, le piú fini
c’ha ‘l Presto Gianni o ‘l re di Babilona.
(Folgore di San Gimignano)
PRIMAVERA D’INVERNO
Primavera d’inverno: è quella vera,
senza pennacchi verdi, senza fiori.
È ancora puro spirito, è presagio,
misteriosa promessa.
Quando l’aprile esploderà, chiassosa
Scenografia di tinte e profumi,
quella ricorderai, che nell’estrema
neve per te rideva
(Maria Luisa Spaziani)