Il coro Cai Uget di Torino canta per il secondo appuntamento del Festival Corovicino.
Gli amici del coro ci hanno lasciato questa breve lettera, a dimostrazione che cantare insieme (beh non insieme, purtroppo, almeno per questa volta!) genera amicizia, vicinanza, rispetto.
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La pandemia del 2020 lascerà – che i negazionisti lo vogliano o meno – delle tracce indelebili in tanti settori di attività a margine di quelli che producono benessere materiale.
Quando, durante l’estate, Giorgio Guiot ci propose il suo progetto, reagimmo tutti con grande entusiasmo: l’idea stessa di poterci esibire, ancorché a porte chiuse, dopo mesi di apprendimento su piattaforme elettroniche e di distanziamento fisico (mai “sociale”) ci elettrizzò ed accettammo con gioia. Eppure, dopo 73 anni di concerti davanti al pubblico, cantare a porte chiuse nella stupenda Chiesa di S. Rocco fa riflettere. Fa riflettere, in primo luogo, su quanto siamo fragili, vulnerabili, sormontabili anche da un qualcosa che si vede solo al microscopio. Fa riflettere sul profondo bisogno che l’uomo ha di stare in mezzo agli altri e sulla libertà, che un sempre meno banale virus ti può negare. Fa pensare a quanto importante sia poter esprimere col canto l’amicizia che può nascere tra persone che non si conoscono o non avrebbero motivo di conoscersi.
L’idea di Giorgio di federare cori così diversi per far sapere che il canto corale non solo esiste e va tenuto in considerazione, ma che combatte e sopravvive anche in periodi bui come quello che stiamo vivendo è una grande, grandissima idea.
Ma le ferite, questa pandemia le lascerà, come ogni qual volta in cui la storia ha limitato le libertà degli umani. A differenza di altri settori, però, queste ferite verranno rimarginate dall’impegno, dall’amicizia, dalle armonie dei canti. Il benessere immateriale. Fare musica aiuta a vedere le cose in modo diverso, a smussare gli angoli acuti della vita. È un toccasana, un potente antidoto, un vaccino contro la tristezza e la paura.
Il Coro CAI Uget di Torino ringrazia Giorgio Guiot, i cori partecipanti e voi che seguite quest’iniziativa on-line per voler mantenere alta l’attenzione sulle difficoltà che incontra tutta la musica in questo periodo e sui benefici che la stessa porta. A voi che seguirete i concerti chiediamo un piccolo sforzo: diffondete il piacere che proviamo nel cantare e che si prova nell’ascoltare chi canta attorno a voi; condividete il più possibile l’iniziativa e, soprattutto, venite ad ascoltarci quando saremo tornati, anche grazie alla musica, alla normalità.
Grazie
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