VERDI, QUATTRO PEZZI SACRI
Un pilastro della coralità
Come sappiamo, Giuseppe Verdi fu grande compositore anche di musiche per coro, ma dedicò le sue migliori energie allo sviluppo di musiche per coro e orchestra. All’interno di opere o in grandi composizioni sinfonico-corali.
Giunto ormai alle soglie degli ottant’anni, Verdi produsse alcune composizioni che costituiscono per noi un unicum (non voluto, fu l’editore Ricordi a volerli pubblicare insieme con il titolo “quattro pezzi sacri”) di sapienza compositiva, di valore espressivo e di riflessione sui testi sacri. Tra i quattro brani, sono molto cari al mondo corale le due composizioni a cappella: l’Ave Maria, complicatissima da realizzare non per una sua difficoltà intrinseca ma perché basata su una scala musicale inusuale (che venne ribattezzata “enigmatica”) che ci propone un risultato ardito e quasi sperimentale, che a qualcuno pare quasi l’anticipazione delle sperimentazioni musicali sulle scale e sui modi che diverranno ambito di ricerca trent’anni più avanti.
Il secondo brano corale a cappella è una composizione per voci femminili le “Laudi alla Vergine Maria”. Il testo è tratto dall’ultimo canto del Paradiso di Dante, e la composizione di Verdi è un distillato di sapere, di conoscenza della storia della musica e di sensibilità. Susanna Pasticci ci guida, in due pregevoli “lezioni di musica”, alla scoperta di queste quattro meraviglie. Anche le parole di Sir Antonio Pappano, nella documentazione del concerto di Londra, sono molto profonde!
VERDI, QUATTRO PEZZI SACRI
Un pilastro della coralità
Verdi, quattro pezzi sacri, Lezioni di musica (prima parte)
Verdi, quattro pezzi sacri, Lezioni di musica (seconda parte)
Ave Maria, per coro a cappella
Stabat Mater, per coro e orchestra
Laudi alla Vergine Maria, per coro femminile
Te Deum, per doppio coro e orchestra
Giuseppe Verdi, quattro pezzi sacri (Proms 2013, Antonio Pappano e orchestra di Santa Cecilia)